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Fabio Napoli
Dimmi che c'entra l'uovo
In quarantotto dannatissime ore, Roberto Milano, giovane laureato, campione del contratto–a–tempo–determinato (o a nero), ciclista spericolato affetto da una psoriasi ansiogena, stacanovista per necessità e senza gloria, perde tre lavori: comparsa nei film porno, insegnante privato e pizza express. Gli rimane giusto un part-time al bancone di uno squallido bar frequentato solo da pensionati. Quattro lavori con cui riusciva appena a pagare l’affitto e le bollette di una stanza a Roma.
L’ultima speranza è riposta nel colloquio per un lavoro in un fast food.
L’illusione di un posto si infrange contro il test attitudinale: quale diavolo era la risposta giusta alla domanda sull’uovo?
In preda a questo e ad altri interrogativi esistenziali, quando sembra non ci sia più scelta che quella di tornare a casa da mamma, Roberto incontra Marianna, spregiudicata, fresca, vitale, e con lei si mette a progettare una rapina in un bar.
Nasce La Banda dei Precari, e scatta la scintilla fra Roberto e Marianna. Una relazione soffocata dall’incombenza del denaro e dalle necessità, che non riesce a fermare il destino tragico che li aspetta dentro il fast food in cui stanno per fare la grande rapina, quella definitiva, dopo cui niente sarà più lo stesso.
Segnalato fra i finalisti al Premio Calvino per «la scrittura disinvolta e disinibita con cui affronta ironicamente e autoironicamente il tema della precarietà», Fabio Napoli racconta con una commedia agrodolce la vita di ragazzi che hanno voglia di trovare una soluzione al rebus della sopravvivenza – sbagliando a volte – per immaginare un futuro che includa nei propri orizzonti la felicità.
Finzioni magazine
Fabio Napoli in Dimmi che c'entra l'uovo
Scorre veloce che è un attimo. E la cosa dell'uovo che vuoi sapere come va a finire... Inoltre, fa sembrare facile girare per Roma in bicicletta, in cambio solo di molto sudore. Questo è già di per sé un miracolo