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José Luis Correa
Quindici giorni di novembre
Fra una poesia di Pessoa e il sax di Chat Beker, una striscia di Mafalda e una scena de Il terzo uomo, il detective Ricardo Blanco, a quarantaquattro anni, ha fatto fronte ai disastri della sua vita aprendo un'agenzia investigativa a Las Palmas. È sopravvissuto a due accoltellamenti, a una lunga serie di donne che l'hanno mollato e al caldo infernale di Gran Canaria. Almeno fino al primo di novembre, quando una donna, bella e ricca, entra nel suo studio per chiedergli di indagare sul presunto suicidio del compagno e futuro marito. Negli ambienti dei “figli di papà” dell’isola, dominati dalla menzogna e dall'invidia, Blanco, rischia più volte la pelle, tra storie di sesso, gelosie e lo spettro dell’aids, ma alla fine giunge alla verità; lo fa con intuito, ironia, e qualche caduta di stile - di quelle che Sam Spade non avrebbe mai fatto - ma del resto questa è Las Palmas, mica San Francisco.
Nero Cafè
Daniele Picciuti
Questo romanzo ha la grande forza di essere compatto, come un gioiello di forma ottagonale le cui facce, tutte perfettamente definite, gli conferiscono un potere unico, non facile da trovare ancora oggi
Lankelot
Andrea Consonni
Un noir bruciato dal sole, dolente, tragico, dove si aggirano i fantasmi dei romanzi di Manuel Vázquez Montalbán, Dashiell Hammett, Raymond Chandler, dai risvolti inaspettati e con un finale davvero sorprendente.